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Un’analisi commissionata da Confesercenti ha studiato in modo approfondito i punti di forza e debolezza del centro di Mestre, con l’obiettivo di stabilire delle linee guida per la crescita della città su vari fronti: spazi commerciali e pubblici, servizi, offerta immobiliare, gestione del turismo, università. In realtà l’evoluzione è già in corso, come precisa il direttore Alvise Canniello: «Alcuni risultati li abbiamo già visti: attività ripartite, nuovi investimenti, interesse da parte di giovani imprenditori. Certo, i problemi ci sono, come confermano le cronache di questi giorni. Ma intravediamo una prospettiva positiva».
Gli aspetti più apprezzati del centro di Mestre sono certificati dalle interviste effettuate: la posizione geografica e l’accessibilità, il trasporto pubblico efficiente e organizzato, la zona pedonale, la presenza di edifici e piazze di pregio. D’altro canto, i punti di debolezza sono considerati l’economia (troppo legata a quella di Venezia), la concorrenza dei centri commerciali e la “minaccia” dovuta agli episodi di microcriminalità nella zona a sud della piazza. Un dato ritenuto rilevante è che il 30% degli arrivi turistici in laguna (anno 2023) è tra Mestre e Marghera. «Chiaramente Mestre è una base per visitare Venezia – precisa Canniello – ma si parla di milioni di turisti che pernottano qui e che portano un beneficio anche per la terraferma, che ha le sue opportunità». Anche per questo, è necessario «mettere maggiormente in connessione le attività commerciali con il settore ricettivo». «Bisogna cercare di favorire i flussi verso il centro – conferma Andrea Crescente, coordinatore della Confesercenti Mestre – è un elemento fondamentale per la vita della città, perché permette di allontanare le permanenze negative, favorisce le attività commerciali e migliora la percezione».
Nadia Crisafulli, direttrice di Patrigest (Gruppo Gabetti), che si è occupata delle rilevazioni, riepiloga i principali fattori emersi attraverso l’analisi del mix commerciale e le interviste, sottoposte nell’arco di 6 mesi a 650 persone, di cui 500 residenti e 150 city users (frequentatori). Anzitutto, la densità di esercizi nel centro di Mestre è superiore rispetto ad altre città come Verona, Vicenza e Padova. Le persone intervistate, spiega Crisafulli, descrivono il centro come «un luogo piacevole dove trascorrere il tempo libero, adatto alle famiglie. Il giudizio è positivo perché è un luogo vicino alle loro esigenze, dove trovare quasi tutto ciò di cui hanno bisogno». Dall’altra parte, si rileva che «l’area va ulteriormente riempita e vivacizzata, soprattutto con un’offerta commerciale originale e di qualità».
I vantaggi competitivi sono legati alla posizione geografica, alla ricchezza di unità retail, a un forte tessuto residenziale che porta gli abitanti a vivere il centro, alla presenza di studenti universitari. È apprezzata la varietà di bar e ristoranti, così come la pedonalizzazione, anche se servirebbero più spazi verdi. Positiva la presenza di strutture culturali (M9, teatro Toniolo, cinema, biblioteca, centro Candiani), che però andrebbero valorizzate di più. I commercianti, poi, evidenziano la necessità di attrarre maggiormente i giovani con attività apposite, come i festival. Tra gli altri suggerimenti: il recupero delle aree dismesse, un piano di parcheggi, la riqualificazione della stazione ferroviaria e la creazione di spazi di co-working e per start up. Tommaso Santini, strategic advisor Gruppo Gabetti, fa notare che «il 60% dei turisti è soddisfatto degli alberghi» e «questo è un potenziale incredibile: ci sono tutti i presupposti perché questo fattore alimenti il commercio, facendo vivere il centro della città. La leva del commercio è necessaria per contrastare il degrado, perché il bello scaccia il brutto. Ed è un processo che deve partire dal basso».
Varie azioni per favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta sono già state avviate. «In piazza Ferretto – spiega l’architetto Giovanni Faoro – sono aperte da poco due nuove librerie, abbiamo affittato spazi ad una catena di pizzerie e c’è una trattativa per l’ex cinema Excelsior. Pensiamo che la situazione possa solo migliorare, con la consapevolezza che le tendenze cambiano e i locatori devono essere flessibili: capita di fare contratti di affitto di 2 mesi, ma piuttosto di una vetrina chiusa è meglio un comodato d’uso gratuito. Per Natale avremo delle trasformazioni anche in galleria Barcella, con nuovi temporary store». Confesercenti ha degli specifici accordi con il sistema bancario che permettono di incentivare nuovi insediamenti: «Possiamo garantire i proprietari sull’investimento del commerciante al momento di entrare nel negozio – spiega Canniello -. Siamo i primi a finanziare le proposte per riattivare locali sfitti: diamo le garanzie, facciamo le consulenze e sgraviamo l’imprenditore di una serie di costi». Prossimo passo: una regia unitaria per la riattivazione dei locali sfitti, che oggi nel centro di Mestre sono 180.
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