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Da gennaio a luglio 2024 le ore di cassa integrazione autorizzate tra Viterbo e provincia sono state 46.1447, nello stesso periodo dello scorso anno il contatore si era invece fermato a 39.1948 ore. I numeri che la Uil di Viterbo ha estrapolato dallo studio nazionale del servizio Lavoro, Coesione e territorio del sindacato di via Lucullo, indicano una continua sofferenza del mercato del lavoro della Tuscia. «Nei primi sette mesi dell’anno in corso – spiega Giancarlo Turchetti, segretario generale della Uil di Viterbo – nella nostra provincia abbiamo infatti registrato una crescita di cassa integrazione di quasi 70mila ore, che tradotto in percentuale significa un aumento del monte ore pari al 17,7 per cento rispetto al 2023». La Tuscia ha la terza variazione percentuale più elevata tra le province laziali, dopo Rieti (63,1%) e Latina (33,7). Mentre Roma e Frosinone si sono contraddistinte per una discesa di ore, anche se i loro numeri assoluti restano di gran lunga più elevati rispetto agli altri territori. «Basti pensare – aggiunge il sindacalista – che, seppur in un contesto di contrazione, la Capitale ha collezionato oltre nove milioni di ore autorizzate, mentre la Ciociaria circa quattro milioni». Incrementi simili a quella della Tuscia possiamo ritrovarli spaziando nei territori del Paese a Foggia, Rieti, Messina e Isernia. «Quanto accade nel nostro territorio come in altri del Paese – conclude Turchetti – indica una frenata dell’economia nei settori produttivi, la fine annunciata dei bonus edilizi si fanno già sentire. La crescita della cassa integrazione è un campanello d’allarme che non deve essere sottovalutato. È necessario piuttosto sostenere in ogni modo il tessuto produttivo locale».
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