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- Il Decreto Omnibus 2024 introduce una flat tax opzionale al 25% per i lavoratori frontalieri italiani in Svizzera, sostituendo l’imposta progressiva IRPEF.
- La misura si applica ai frontalieri residenti entro 20 km dal confine svizzero, che soddisfano determinati requisiti temporali e territoriali.
- I frontalieri al di fuori di questa fascia continueranno a essere soggetti alla tassazione IRPEF tradizionale, con la possibilità di detrarre le imposte già pagate in Svizzera.
Ogni giorno, migliaia di lavoratori italiani attraversano il confine per esercitare la propria professione in Svizzera. Le stime più recenti dell’Ufficio Federale di Statistica Svizzero1 indicano che oltre 90.000 italiani, provenienti soprattutto dalle regioni settentrionali come Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta, hanno scelto di lavorare nei cantoni svizzeri di confine, in particolare Ticino, Vallese e Grigioni.
Il principale fattore che spinge verso questa scelta è rappresentato dai vantaggi economici: salari nettamente superiori rispetto alla media italiana e un regime fiscale, almeno fino a poco tempo fa, particolarmente favorevole. Tuttavia, lo scenario per questi lavoratori sta per subire profonde modifiche.
In questo articolo, analizzeremo le novità che riguardano i lavoratori frontalieri, in particolare in merito alla tassazione, introdotte dall’articolo 6 del nuovo Decreto Omnibus, entrato in vigore ad agosto e che sarà presto convertito in legge.
Cosa è cambiato per i frontalieri in Svizzera?
La principale novità introdotta dal Decreto Omnibus del 2024 per i lavoratori frontalieri riguarda una svolta cruciale in termini di tassazione. In particolare, il decreto stabilisce una flat tax opzionale al 25% per i frontalieri che operano in Svizzera, offrendo un’alternativa alla tradizionale imposta progressiva italiana, l’IRPEF.
In passato, i frontalieri beneficiavano di un trattamento fiscale estremamente vantaggioso, con un’aliquota ridotta intorno al 4%, grazie a un regime agevolato derivante da uno storico accordo tra Italia e Svizzera.
L’accordo, nato negli anni ’70 per favorire i lavoratori italiani che attraversavano quotidianamente il confine, garantiva condizioni di favore che, per decenni, hanno contribuito a rendere particolarmente attraente l’opzione di lavorare nei cantoni svizzeri. Tuttavia, il regime agevolato è stato progressivamente superato dalle nuove esigenze fiscali dei due Stati.
L’accordo fiscale del 2020 tra Italia e Svizzera ha di fatto segnato la fine di questo regime agevolato, ridimensionando i vantaggi precedentemente accordati. Tale accordo, sebbene raggiunto nel 2020, ha trovato piena ratifica solo nel 2023, portando a una ridefinizione delle politiche fiscali per i frontalieri, che ha eliminato definitivamente l’aliquota al 4%.
Nonostante questo aggiornamento, però, alcune questioni rimanevano irrisolte, in particolare per quanto riguardava la definizione dei lavoratori frontalieri residenti nelle aree vicine al confine.
Il Decreto Omnibus del 2024 nasce quindi con l’intento di colmare queste lacune normative, offrendo una nuova soluzione fiscale che si rivolge specificamente ai residenti dei cosiddetti “nuovi comuni di frontiera”, ossia quei territori situati entro i 20 chilometri dal confine elvetico.
Con questo intervento, il legislatore cerca di trovare un compromesso tra la necessità di rafforzare le entrate fiscali per lo Stato italiano e il mantenimento di condizioni competitive per i lavoratori frontalieri.
Requisiti per la flat tax del 25% per i frontalieri in Svizzera
Per poter accedere alla nuova flat tax del 25%, i lavoratori frontalieri dovranno soddisfare alcune condizioni specifiche. In primo luogo, devono essere residenti nei comuni indicati nell’allegato del decreto, i cosiddetti “comuni di frontiera”, ovvero:
- in Lombardia: Como, Varese, Luino, Ponte Tresa, Menaggio e Bormio;
- in Piemonte: Domodossola, Verbania, Cannobio e altri comuni del Verbano-Cusio-Ossola;
- in Valle d’Aosta: comuni della zona nord-occidentale, come Courmayeur e Pré-Saint-Didier.
I lavoratori dovranno inoltre essere impiegati in Svizzera in uno dei cantoni inclusi nell’accordo, ovvero:
- Grigioni;
- Ticino;
- Vallese.
Inoltre, dovranno aver percepito redditi da lavoro dipendente in Svizzera prima dell’entrata in vigore del nuovo Accordo del 2020.
Quando entra in vigore la nuova tassazione per i frontalieri?
Le disposizioni della nuova tassazione entreranno in vigore a partire dal periodo d’imposta 2024, come stabilito dall’articolo 6 del Decreto Omnibus. Questo significa che i frontalieri avranno la possibilità di esercitare l’opzione per la flat tax già nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo.
Il versamento dell’imposta sostitutiva dovrà essere effettuato entro il termine previsto per il saldo delle imposte sui redditi, senza la possibilità di detrarre le imposte già pagate in Svizzera
Come calcolare la nuova tassazione per i frontalieri
Il calcolo della nuova imposta sostitutiva si basa sull’ammontare delle imposte già versate in Svizzera, al quale si applica un’aliquota del 25%. In pratica, il lavoratore frontaliero che decide di optare per la flat tax non sarà soggetto alla tassazione progressiva italiana ma dovrà pagare il 25% di quanto versato al fisco svizzero.
L’importo da pagare sarà convertito in euro utilizzando il cambio medio annuale del periodo d’imposta. Questa modalità semplifica il calcolo ma non permette ai lavoratori di detrarre le imposte già pagate all’estero, come previsto dalla normativa fiscale italiana.
Come viene tassato un frontaliere fuori dalla fascia dei 20 km
Per i lavoratori frontalieri che risiedono fuori dalla fascia dei 20 km dal confine svizzero, il regime fiscale rimane quello tradizionale. Ciò significa che questi lavoratori continueranno a essere soggetti alla tassazione progressiva italiana IRPEF, ovvero:
- 23% per i redditi fino a 28.000 euro;
- 35% per i redditi compresi tra 28.001 e 50.000 euro;
- 43% per i redditi oltre i 50.000 euro.
Coloro che seguiranno l’aliquota IRPEF avranno comunque la possibilità di detrarre le imposte già pagate in Svizzera.
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