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Seneghe Gabriele e Silvio Crobe, Andrea e Mario Mastinu hanno deciso di restare e creare la loro impresa vitivinicola a Seneghe. In un tempo caratterizzato fortemente dal fenomeno dello spopolamento di gran parte dei paesi sardi, a causa della mancanza di lavoro che costringe centinaia di giovani a lasciare l’isola per cercarne uno lontano dai propri luoghi di origine, la storia di Gabriele e Silvio Crobe, di Andrea e Mario Mastinu, offre un’idea di cosa significhi il concetto di resilienza quando in ballo ci sono i sentimenti e soprattutto l’amore per la propria terra. «Perché le radici non si possono recidere, se non si vuole che la pianta inaridisca e cada», sottolinea Gabriele. Nel presente ci sono gli studi universitari in fase di conclusione, nel futuro, invece, la professione di enologo, nata dalla passione per la viticoltura. Gabriele, Silvio, Andrea e Mario, legati tra loro da vincoli familiari creano la loro impresa che nasce dalla vigna. Lo fanno rinnovando, con nuovi metodi, i vigneti di famiglia e di recuperandone altri che rischiavano di essere espiantati.
Così, nel 2022, nasce “Cuneddu”, un’azienda che si sviluppa su circa un ettaro e mezzo di superficie, distribuita su vari piccoli appezzamenti, vitata da cultivar autoctone, le cui varietà sono: Cannonau, Barbera sarda, Bovale, Girò, Pascale di Cagliari, a bacca rossa; Vermentino e Nuragus, a bacca bianca. «Cuneddu, il nome dell’azienda – spiega Gabriele – è quello che identificava il sacchetto di tela usato da agricoltori e contadini seneghesi per mettervi gli alimenti, e la bottiglia di vino, da consumare in campagna durante la breve sosta per il pranzo».
Pane, companatico e vino da condividere tra tutti i lavoratori presenti, come si fa tra amici. In due anni l’azienda ha definito la sua fisionomia, diventando una realtà economica importante e ora, incoraggiata dal favore incontrato dai prodotti immessi nel mercato, guarda con fiducia alla possibilità di crescere: «Scelte ponderate, al momento giusto», sottolineano Gabriele, Silvio, Andrea e Mario. Due le bottiglie prodotte attualmente, entrambe in confezione da litro e con il tappo a vite: «Finidda… in cumpazia, un rosso corposo il cui nome è un invito ad essere consumato in compagnia e “Mattina e sera”, un rosato ottenuto con uve Girò e Vermentino, adattabile ad ogni occasione. Le etichette sono disegnate da Nicola Lotta, un giovane grafico seneghese. «La scelta del tappo a vite – aggiungono – salvaguarda la struttura e le proprietà organolettiche del vino, e al contempo va incontro alle esigenze del consumatore». La vendemmia 2024 è stata anticipata di qualche giorno: «L’uva era matura al punto giusto. La produzione è stata di circa 35 quintali, equivalenti, tra rosso, 1500 bottiglie circa, e rosato 500 bottiglie, che prenderanno la via dei locali specializzati, della piccola ristorazione, delle enoteche e dei Wine bar.
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