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La risposta più corretta alla domanda “quante province ci sono in Sicilia?” dovrebbe essere “nessuna”, perché l’ente provinciale è stato definitivamente abolito nel 2014. Ma facciamo ordine, raccontiamo la storia dal principio e scopriamo quante e quali erano le province della Sicilia, con tanto di elenco e sigle.
Perché la Sicilia è una regione a statuto speciale
Essendo una regione a statuto speciale, la Sicilia ha avuto sin dal 1946, anno di costituzione della Repubblica, esclusiva competenza in materia di enti locali. Sin da allora le vecchie province furono soppresse trasferendo all’ente regionale le loro competenze. Furono poi ripristinate nel 1963.
Fu con una legge regionale del 1986 che vennero istituiti i liberi consorzi dei comuni chiamati province regionali come ente preposto allo sviluppo del territorio che riuniva diverse comunità locali.
Quali sono le province della Sicilia
Le province siciliane erano 9, di cui 7 bagnate dal mare, essendo la Sicilia un’isola. Enna e Caltanissetta, invece, non hanno sbocchi sul mare perché il loro territorio si trova nella zona interna dell’isola. Ecco l’elenco completo delle province della Sicilia con le rispettive sigle:
- Agrigento – AG
- Caltanissetta – CL
- Catania – CT
- Enna – EN
- Messina – ME
- Palermo – PA
- Ragusa – RG
- Siracusa – SR
- Trapani – TP
L’ultima svolta: addio province
Nel 2014 l’Assemblea Regionale Siciliana ha votato a maggioranza per la soppressione delle province regionali così come erano state ordinate per decenni, sostituendole con un’altra istituzione detta Libero consorzio di comuni.
La sola regola è che i comuni consorziati abbiano una popolazione di almeno 180 mila abitanti. La nuova legge ha inoltre stabilito la creazione di tre aree metropolitane facenti capo a Palermo, Catania e Messina.
LEGGI ANCHE: Che differenza c’è tra provincia e città metropolitana?
Cosa è cambiato?
Al livello di percezione della suddivisione del territorio non è cambiato niente. Le persone fanno ancora riferimento alle province secondo la vecchia suddivisione territoriale.
A livello amministrativo invece è cambiato il sistema di voto, che non è più diretto. Gli organismi dei Liberi consorzi vengono votati dalle assemblee dei consorzi stessi. Competenze e funzioni sono state poi disciplinate da successive leggi ma sostanzialmente i consorzi si occupano ancora di curare e promuovere gli interessi dei comuni aderenti.
E nel resto d’Italia?
In totale le province italiane sono 100 ma all’interno di questo numero si trovano sia le province vere e proprie che gli attuali liberi consorzi comunali, le città metropolitane, le province autonome e gli enti di decentramento regionale.
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