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“Occorre vigilare affinché evitino il dumping contrattuale e le disparità tra le aziende dell’appalto, che hanno rischiato di compromettere la sicurezza e le condizioni lavorative”
Il futuro del sistema siderurgico di Taranto sembra avvicinarsi a un punto di svolta cruciale. Recentemente, è stata annunciata l’erogazione di bonifici per un riconoscimento parziale dei crediti delle imprese dell’indotto, relativi alla gestione antecedente all’attuale amministrazione commissariale. Tale sviluppo è frutto non solo dell’impegno del governo, ma anche della decisa pressione delle organizzazioni sindacali, che hanno enfatizzato la necessità di una riforma sociale e lavorativa sin dall’insediamento dei commissari dell’ex Acciaierie d’Italia.
“Il segnale dello sblocco dei bonifici per le imprese dell’appalto è sicuramente un fatto positivo e una dimostrazione d’attenzione da parte della gestione commissariale, ma rimarchiamo anche la forte azione della nostra organizzazione sindacale. Finalmente, con lo sblocco dei crediti – anche attraverso accordi transattivi tra la gestione commissariale, le aziende e intermediari finanziari, come istituti di credito – queste condizioni possono essere garantite”, dichiarano Davide Sperti, segretario generale Uilm Taranto e Cosimo Amatomaggi, segretario Uilm Taranto Appalto e territorio.
Tuttavia, bisogna da subito monitorare l’operato delle stesse imprese dell’indotto siderurgico, perché ora devono investire e salvaguardare l’occupazione. I sindacati rivolgono un appello al governo e all’azienda: “Occorre vigilare, da parte della gestione commissariale, affinché evitino la ripetizione di abusi passati, come il dumping contrattuale e le disparità tra le aziende dell’appalto, che hanno rischiato di compromettere la sicurezza e le condizioni lavorative”.
In questo contesto, diventa essenziale che la gestione commissariale assicuri pagamenti tempestivi e regolari, evitando pratiche scorrette che potrebbero ricordare gli errori del passato. La questione della vendita dell’ex Ilva è altrettanto critica, con preoccupazioni significative riguardo al cosiddetto rischio di “spezzatino”, ovvero la vendita parziale dell’azienda, che deve essere rigorosamente evitata.
“Indipendentemente da chi sarà l’acquirente, fermo restando l’assoluta necessità che lo Stato resti e svolga un ruolo di garanzia negli assetti societari futuri che prenderanno forma, occorre normalizzare la situazione dell’appalto facendo accedere alle gare solo chi rispetta le leggi e i contratti vigenti, coerentemente con i protocolli di legalità.
Se vincere la sfida del rilancio di Taranto vuol dire fare da apripista per tante vertenze sul territorio nazionale, così come annunciato più volte dal ministro Urso, è prioritario partire dalle basi, restituendo alla nostra comunità le dovute garanzie di stato di diritto. Il governo nazionale, dopo più di 12 anni di vergognosa vertenza, è in debito con Taranto. Noi, come sempre, non faremo sconti a nessuno”, affermano Sperti e Amatomaggi.
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