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Il contribuente ha pieno diritto di delegare un professionista di fiducia affinché lo assista nel delicato rapporto con l’Erario, predisponendo quindi i dichiarativi fiscali, inviando i modelli F24 per il pagamento delle imposte e quant’altro necessario a tenere un corretto comportamento amministrativo; ma la delega non può essere cieca, infatti in capo al contribuente è sempre imposto un dovere di vigilanza attiva sull’operato del proprio tecnico, pena incorrere nella condotta che la giurisprudenza ha ricompreso nel concetto di “culpa in vigilando”.
L’arrivo dell’autunno, sia esso astronomico o meteorologico, porta con sé l’avvicinarsi del momento dell’invio dei dichiarativi fiscali che per mesi hanno affollato, come ogni anno, le nostre scrivanie ed in nostri pensieri. L’invio telematico dei dichiarativi rappresenta la conclusione di un articolato processo che vede una stretta interazione tra il professionista ed i propri assistiti, processo fatto di un intenso scambio di informazioni e di dati che, organizzati opportunamente, generano le grandezze rilevanti ai fini del calcolo delle imposte.
La culpa in vigilando del contribuente lo rende debitore verso l’Erario
La responsabilità del contribuente per le omissioni del consulente
Negli anni i quotidiani e le riviste del nostro settore hanno, purtroppo, dato atto dell’esistenza di comportamenti scorretti tenuti da consulenti che, coscientemente o meno, hanno omesso la presentazione dei dichiarativi dei propri clienti.
L’omessa presentazione di un dichiarativo fiscale, ben sappiamo, espone il contribuente all’applicazione d
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