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Dopo 30 anni, l’Italia torna alla guida degli agricoltori europei. Massimiliano Giansanti, attuale di Confagricoltura, è stato eletto presidente del Comitato delle organizzazioni professionali agricole, Copa, e prenderà il posto dell’uscente francese Christiane Lambert. L’ultimo presidente italiano di Copa è stato Augusto Bocchini. Una realtà, il Copa, che coinvolge 22 milioni di operatori.
La parola d’ordine è coesione e il nuovo presidente Giansanti chiama all’adunata le 60 associazioni che fanno parte del Comitato. «Solo così si può competere negli scenari globali». Una elezione che incassa le «congratulazioni e i complimenti» della premier Giorgia Meloni. «La coesione dimostrata dal Sistema Italia e da tutte le organizzazioni agricole italiane – a partire da quelle con diritto di voto come Coldiretti, Confagricoltura e Cia – sono state decisive nella scelta», scrive in una nota la presidente del Consiglio dando merito alla «riconosciuta esperienza di Giansanti» e parlando di «risultato importante». Da qui i ringraziamenti al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e alle organizzazioni agricole «per il grande lavoro che hanno portato avanti, e che hanno permesso di raggiungere questo obiettivo».
Gli agricoltori europei, ha detto Giansanti in un video subito dopo l’elezione «stanno vivendo una stagione straordinaria in tutti i sensi sia in positivo che in negativo: se da una parte abbiamo riacquisito una centralità nella strategia e nella dimensione del valore dell’agricoltura, dall’altra gli effetti della guerra e l’inflazione stanno mettendo in seria difficoltà il futuro delle nostre imprese».
Sul tavolo tante le sfide a partire dalla Pac che, ha detto il neopresidente di Copa «deve tornare ad essere la politica economica per eccellenza che governa i modelli agricoli europei». Poi difesa del reddito degli agricoltori, la tutela degli standard elevatissimi raggiunti in Ue, recirpocità degli scambi commerciali con i Paesi terzi. Ma il momento è caratterizzato anche da «importanti sfide» che attendono l’Ue, come «l’allargamento dell’Unione a nuovi Stati membri e la conseguente necessità di un budget più ampio per il comparto».
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