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Se parliamo di equità di genere in Italia, il punto di partenza è chiaro: siamo ancora molto lontani dall’obiettivo. Eppure, le iniziative ci sono e fanno sperare. Il recente incontro organizzato dal Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo ha puntato i riflettori su temi cruciali come inclusione sociale, contrasto alla violenza di genere ed empowerment femminile, dando voce a chi ogni giorno si impegna in prima linea per creare una società più giusta e inclusiva.
Tre sono state le parole chiave al centro dell’evento: lavoro, sicurezza e integrazione. Perché sì, se c’è una cosa che abbiamo imparato dagli interventi della giornata, è che il cambiamento si costruisce su basi solide, attraverso un impegno collettivo. Gli Enti del Terzo Settore (ETS) sostenuti dal Fondo hanno portato dati, strategie e progetti che, negli ultimi anni, hanno contribuito a migliorare la vita di molte donne e bambini in difficoltà. Giovanna Paladino, senior director del Fondo di Beneficenza, ha sottolineato come queste sfide richiedano non solo risorse economiche, ma anche una nuova visione culturale. “Il lavoro, la sicurezza e l’integrazione sono i pilastri su cui costruire una società più equa e inclusiva”, ha dichiarato, facendo eco al sentimento condiviso dai partecipanti.
L’Italia ha ancora molto da fare per raggiungere gli standard europei sul lavoro femminile. Con un tasso di occupazione al 54% (contro il 70% della media UE), la situazione è allarmante. E non si tratta solo di numeri. Dietro queste percentuali ci sono storie di donne che non riescono a entrare nel mercato del lavoro, o peggio, nemmeno ci provano perché non vedono un futuro per sé. Ma qualche spiraglio c’è. Negli ultimi anni, il Fondo di Beneficenza ha finanziato 170 progetti per un valore di 4 milioni di euro, rivolti all’inserimento lavorativo di donne e migranti, soprattutto vittime di violenza. Orientamento professionale, rafforzamento delle competenze e avvio di piccole imprese: sono queste le leve che il Fondo utilizza per sostenere chi si trova in situazioni di fragilità.
Passiamo a un tema purtroppo ancora drammaticamente attuale: la violenza di genere. I dati sono impietosi. L’81,6% delle persone molestate sul lavoro sono donne, secondo il rapporto SDG dell’Istat. La violenza domestica è aumentata del 5% nel primo semestre del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È evidente che il problema è profondo e complesso, e non riguarda solo le vittime dirette ma tutta la società.
Il Fondo di Beneficenza ha finanziato 200 progetti per un totale di 5,8 milioni di euro, a sostegno di centri antiviolenza e case rifugio, offrendo assistenza psicologica e legale, e percorsi per aiutare le donne a riconquistare la propria autonomia. Tra le iniziative più efficaci ci sono i laboratori di empowerment, che aiutano le donne a ritrovare fiducia in sé stesse e a costruirsi un futuro indipendente.
Infine, l’integrazione delle donne migranti è un altro tema cruciale. Molte di loro sono impiegate in settori come il lavoro domestico e di cura, spesso con retribuzioni inferiori alla media. E se il 70% degli impiegati nel settore domestico è straniero, ben l’85% di questi sono donne. Il Fondo di Beneficenza ha finanziato 200 progetti, con un investimento di 4 milioni di euro, per favorire l’inclusione sociale ed economica di migranti e minori non accompagnati. Attraverso corsi di lingua, formazione professionale e programmi di supporto all’inserimento lavorativo, si cerca di dare una speranza a chi, troppo spesso, viene dimenticato.
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