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Contributo di solidarietà sugli extraprofitti dalle imprese, utilizzo dell’extragettito e spending review. Sono questi i pilastri su cui il governo sta costruendo la prossima manovra. È quanto emerso ieri dall’incontro di Palazzo Chigi tra l’esecutivo e i sindacati.
L’apporto delle banche, anche se non sarà l’unico previsto, è stato in qualche misura già approvato dalle stesse. Ieri il comitato esecutivo dell’Abi, presieduto da Antonio Patuelli, ha deliberato all’unanimità di incaricare il direttore generale Marco Elio Rottigni di «approfondire eventuali misure che possano mettere a disposizione una maggiore liquidità per il bilancio dello Stato». I provvedimenti, ha sottolineato l’Abi, «dovranno essere di natura temporanea e predeterminata, con effetti esclusivamente finanziari, salvaguardando il patrimonio e i bilanci delle banche e senza effetti retroattivi, per non penalizzare la competitività delle banche», ha fatto sapere l’associazione di Piazza del Gesù. Le banche, si ricorda dall’Abi, sono sostituti d’imposta per i redditi di capitale. C’è un confronto aperto con il Mef, e la soluzione definitiva dovrà concretizzarsi entro l’esecutivo del 15 ottobre.
In ogni caso, il governo ha fatto sapere che non si tratterebbe di una tassa e riguarderebbe solo quelle imprese che hanno avuto risultati positivi. Non escluso, pertanto, che possano essere coinvolte anche assicurazioni e società energetiche che hanno beneficiato, come le banche, di tassi elevati e aumento dei prezzi delle materie prime.
Dall’incontro con le parti sociali è inoltre emersa l’intenzione di confermare gli interventi già varati nella scorsa manovra, compreso il taglio del cuneo e le tre aliquote Irpef che diventano strutturali. Sulle pensioni non ci sono particolari novità . Saranno riconfermate» le misure della precedente manovra, quindi saranno presenti Opzione donna e Quota 103 con il ricalcolo interamente contributivo degli assegni. Una dichiarazioni di intenti che ha particolarmente scontentato la Uil che si attendeva più risorse per questo capitolo. Soddisfatto perfino il segretario Cgil, Maurizio Landini. «Ci sono state anticipate le uniche due cose che vanno nella direzione da noi richiesta: quella di confermare il famoso cuneo contributivo per i prossimi anni e una possibile rivalutazione del valore delle pensioni».
Si prevede, inoltre, un incremento delle risorse per la sanità e per i rinnovi dei contratti collettivi nazionali nel pubblico impiego. La «conferma dell’impegno a tenere la spesa sopra all’1,5% in rapporto sul Pil previsto in media per i prossimi 7 anni» (tetto imposto da nuovo Patto di Stabilità ) è stata fornita direttamente dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Sembrerebbe confermata inoltre anche la volontà del governo di portare avanti le riforme sulla giustizia e sulla pubblica amministrazione.
«Abbiamo espresso a Giorgetti la nostra preoccupazione per i limiti imposti dal Patto di Stabilità su cui auspichiamo una riforma nel corso della legislatura appena avviata», ha dichuarato il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, accogliendo «con favore lo sforzo del governo nel delineare una traiettoria di rientro prudente».
Per la Cisl, comunque, lavoro, crescita salariale, sanità , scuola, pensioni, sostegno alle famiglie restano «capitoli che consideriamo prioritari e incomprimibili». Il Piano strutturale di Bilancio, infine, verrà esaminato dall’aula della Camera martedì 8 ottobre.
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